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Immagine di Sunderfolk | Recensione - Più unico che raro
Recensione

Sunderfolk | Recensione - Più unico che raro

Un po’ Dungeons & Dragons, un po’ boardgame e un po’ CRPG: Sunderfolk non è solo la somma delle parti, ma un bella sorpresa che non dovreste ignorare.

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Avatar di Valentino Cinefra

a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Pubblicato il 24/05/2025 alle 12:45
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In sintesi

  • Esperienza videoludica unica nel suo genere.
  • Unisce la profondità del boardgame e l’immediatezza del videogioco.
  • Meglio in compagnia, ma funziona anche da soli con il giusto approccio.
  • Pro
    • Sistema di gioco strategico e sempre più profondo.
    • Traduzione e doppiaggio in italiano di grande qualità.
    • Applicazione di supporto intuitiva e solida.
  • Contro
    • Estetica in parte derivativa.
    • L’app mette a dura prova le batterie degli smartphone.
    • Graficamente un po’ scarno.

Il Verdetto di SpazioGames

8.5
Sunderfolk è uno di quei videogiochi che rischiano di passare inosservati perché privi di un palcoscenico adatto, ma l’opera prima di Secret Door ha qualcosa di unico da raccontare. Un’esperienza con un concept granitico, solidamente ancorata all’idea del multiplayer (anche) da divano, con il gusto dell’avventura d’altri tempi fatta di strategia e socialità. La proverbiale sorpresa da non lasciarsi scappare. Basta solo superare l’idiosincrasia del giocare con uno smartphone.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Sunderfolk
Sunderfolk
  • Sviluppatore: Secret Door
  • Distributore: Dreamhaven
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5 , SWITCH
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 23 aprile 2025

Sunderfolk è il gioco di debutto di Secret Door, la compagnia fondata nel 2020 dall'ex-capo di Blizzard, Mike Morhaime. Un pedigree importante, il cui effetto si nota al primo minuto del primo avvio del gioco.

Lo strepitoso design dei personaggi di Sunderfolk non può non ricordare inevitabilmente quello della saga di Warcraft in particolare, soprattutto alcuni nemici, e in generale il feeling intorno al gioco è quello di un’avventura fantasy vecchia scuola.

Ci sono degli eroi buoni (che sembrano uscire da un espansione di Magic come Bloomburrow) che devono sconfiggere i malvagi, proteggere un regno ed evitare che l’antica reliquia del popolo delle profondità venga conquistata dalle forze del male.

Un tropo dei più classici possibili che non vi farà di certo emozionare come con le struggenti narrazioni di un Baldur’s Gate 3, magari, ma non per questo arriverete ad annoiarvi, anzi. Per costruire una narrazione su stilemi classici c’è bisogno di più attenzione di quanto si possa immaginare, e Sunderfolk è scritto in maniera asciutta e funzionale.

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Ecco il cast di eroi che, come sempre, inizia dalla taverna.

Sebbene gli eroi siano effettivamente delle “pedine” senza carattere, tutti i comprimari e antagonisti sono caratterizzati in maniera semplice ed efficace. Hanno modi di fare, gestualità (narrate) e comportamenti tipici che servono a inquadrare immediatamente ogni archetipo con facilità e a calare subito i giocatori in quest’idea di avventura fantasy di una volta.

In questo aiuta, e non poco, una localizzazione italiana di ottima qualità. Ormai quasi un miraggio per produzioni AA come questa che solitamente, per risparmiare, ricorrono ad uno scarso algoritmo di intelligenza artificiale. Ma aiuta soprattutto il doppiaggio, anche questo ottimo, affidato a una singola voce narrante.

Una game master che narra la storia e interpreta i personaggi con un espediente che, devo essere sincero, mi ha sorpreso e scaldato il cuore: facendo le “vocine”.

Proprio come farebbe un narratore di un gioco di ruolo cartaceo, la narratrice dona delle caratterizzazioni vocali diverse a ogni personaggio. E non in “doppiaggese”, ma con la stessa amatorialità (volutamente fittizia) con cui lo farebbe una persona normale che tenta di interpretare un personaggio con una voce diversa dalla propria.

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Le scene sono narrate in maniera sempre interessante e coinvolgente.

Avventura di ruolo a turni, sul divano

Ma che si fa in Sunderfolk, alla fine? Si esplora, si combatte, ci si potenzia, si torna all’avventura e si ricomincia.

L’idea è chiaramente mutuata da giochi da tavolo come Gloomhaven (che per altro esiste anche in una ottima versione digitale), e acquisisce l’imbattibile immediatezza del medium videogioco.

Per prima cosa bisogna comporre il party di fino a 4 eroi (potrete essere anche di meno se volete una sfida hardcore), scegliendo tra un cast di personaggi antropomorfi che ricopre un po’ i classici ruoli del fantasy: il tank/barbaro, il mago, il bardo, il ladro/assassino, il ranger, lo stregone.

Ognuno di essi ha ovviamente il suo ruolo e il suo stile di gioco che, con i vari avanzamenti di livello, diventerà sempre più interessante e vario, nonché personalizzabile.

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Le mappe e le sfide sono sempre molto più che stimolanti.

Ho provato ad affrontare missioni con party di avventurieri di vario tipo, e la nota estremamente positiva è che non si sente mai la necessità di avere bisogno di un personaggio specifico.

Magari in alcuni tipi di missioni un bardo sarà più utile per il supporto, mentre il mago con le sue magie di teletrasporto renderà più semplici altre missioni, ma si tratta sempre di usare strategie diverse per portare a termine la sfida di turno.

Per altro, nel malaugurato caso in cui vi ritroviate bloccati in Sunderfolk, potrete sempre modificare la difficoltà a piacimento e, se proprio non riuscite a superare una missione, potrete saltarla liberamente. Non riceverete ricompense, ma la storia andrà avanti lo stesso e potrete continuare l’avventura.

Ogni personaggio ha a disposizione un set di carte che rappresentano le sue mosse. Le carte hanno delle azioni che si svolgono in una sequenza precisa e, stabilendo il turno e le strategie, i giocatori potranno liberamente attivare i personaggi nell’ordine che desiderano. Poi tocca agli avversari, poi ad eventuali elementi extra come personaggi di supporto o pericoli ambientali, e poi si ricomincia.

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Non mancano neanche cutscene e cattivoni di sorta, anzi.

Le strategie si moltiplicano con il tempo, perché i personaggi saranno sempre più versatili – al punto che potrete costruire delle vere e proprie build personalizzate su uno stile di gioco. Allo stesso modo le missioni non si dividono in vari tipi, a volte basate sul combattimento, altre sull’esplorazione, o altre ancora sugli enigmi o problemi da risolvere con la pura strategia.

Sunderfolk è sempre stimolante e, sebbene il gameplay sia di base “ripetitivo” come ogni boardgame, è proprio il modo in cui sono proposte le sfide a creare quella sensazione da “ancora un’altra partita” che vi porterà inevitabilmente a scaricare la batteria dei vostri smartphone.

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Questo sarà il vostro controller per Sunderfolk.

Sì, avete letto bene.

La proposta unica di Sunderfolk è che si gioca unicamente e interamente con uno smartphone (o tablet).

Ricordate i videogiochi della linea Playlink di PlayStation 4? L’idea è molto simile, ma con una realizzazione tecnica di un livello semplicemente inimmaginabile per l’epoca.

Giocare con uno smartphone può risultare spiazzante o macchinoso, ma basta avere giusto un paio di missioni alle spalle per capire quanto sia la soluzione perfetta per godersi Sunderfolk.

Oltre a poter inviare le proprie mosse nel turno, ogni giocatore può consultare in qualsiasi momento le regole generali e dello scenario, così come le mosse degli avversari e degli alleati. In questo modo i tempi morti si azzerano e, anzi, ai giocatori vengono dati tutti gli strumenti per essere propositivi e interessarsi a ciò che accade.

Vista la natura del regolamento è importante capire come e quando i personaggi debbano agire, e in questo modo ogni giocatore ha sempre a disposizione tutte le informazioni su abilità attive e passive, reazioni, elementi dello scenario e quant’altro.

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Non sempre il combattimento è l'unico modo per superare le missioni.

Per non parlare del fatto che, tornati al villaggio, ogni giocatore può intraprendere varie azioni in autonomia. Si possono acquistare oggetti, potenziare le proprie carte Fato, fare donazioni per migliorare gli elementi del villaggio, e anche intraprendere conversazioni con i personaggi secondari e aumentare la propria affinità con essi per sbloccare nuove possibilità o ricevere doni.

Tutto questo sarebbe semplicemente impossibile con un controller, perché l’azione a schermo sarebbe sempre interrotta da un interfaccia di pausa o contestuale.

Un plauso anche all’app sviluppata per l’occasione, mai incomprensibile e sempre chiara nell’esposizione. Ci sono videogiochi pensati per mobile che non hanno la metà della solidità dell’esperienza utente del controller di Sunderfolk. Non era facile inserire tutta la mole di informazioni e menu con cui interagire, ma il lavoro svolto è perfetto.

Inutile dire che dovrete sempre essere collegati a Internet, console e smartphone compresi. Peraltro, nel caso di disconnessione, si può rapidamente rientrare in partita, oppure riassegnare i personaggi persi ad altri giocatori, e questo vale anche per eventuali nuovi eroi da inserire nel party perché non sarete mai costretti a iniziare e finire l’avventura di circa 20 ore (ma può arrivare fino a 40 per i completisti) con gli stessi eroi.

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Tra le tante cose da fare in Sunderfolk c'è anche la gestione degli abitanti del villaggio, e relativi potenziamenti delle strutture.

Un’esperienza avventurosa più unica che rara

Da persona che ha vissuto e vive quotidianamente il mondo dei giochi di ruolo tabletop, dei giochi da tavolo e dei videogiochi, su vari livelli dall’associazionismo alla professione, Sunderfolk è l’unico videogioco che riesce ad esprimere davvero il meglio di questi tre ecosistemi.

A volte l’esperienza è troppo sbilanciata verso l’essere una trasposizione di un gioco da tavolo di cui comunque bisogna saperne qualcosa, perché si possa goderne.

Come con il sopracitato Gloomhaven digitale, ottimo ma troppo complesso anche nella sua versione videoludica. In altri casi l’aspetto strategico viene messo da parte per l’azione, e in altri casi ancora la narrativa si impone sulla strategia pura.

Sunderfolk è l’unico videogioco che raccoglie il meglio di questi tre ecosistemi.

Con Sunderfolk si ha davvero la sensazione di aver portato a casa uno di quei gioconi da tavolo ad altissimo budget, per aprire la scatola e buttarsi all’avventura senza la necessità di leggere decine di pagine, e con una narrazione che guida tutti i giocatori senza che ci uno di questi debba fare da anfitrione per gli altri.

È una sensazione che non si spiega facilmente a parole, ma che rende il titolo di Secret Door il proverbiale unicum.

Supportata da chicche come le narrazioni della game master che appaiono nell’app solo ad alcuni giocatori, suggerendo la posizione di oggetti segreti o minacce in agguato. Così che, quasi giocando di ruolo, si possa condividere un dettaglio o un segreto visto sulla mappa con gli altri tentando una strategia diversa.

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Questi potreste essere voi.

Anche l’audacia di proporre un gioco orientato principalmente al multiplayer locale “da divano”, sebbene si possano utilizzare facilmente mezzi come Discord o strumenti di condivisione delle piattaforme, è da premiare.

Ho provato Sunderfolk principalmente su PC in remoto, con un paio di lunghe serate di gioco in locale su Nintendo Switch. In quest’ultimo caso il titolo soffre un po’ dal punto di vista tecnico, forse anche troppo, con texture che caricano lentamente e tempo di caricamento generali un po’ lunghi.

Ma con l’ibrida di Nintendo, e magari Switch 2, la sensazione descritta sopra restituisce davvero l’idea di avere un massiccio gioco da tavolo pronto all’uso su una console per videogiochi portatile.

E, vi dirò, Sunderfolk è divertente anche da soli.

Si perde ovviamente l’idea di pianificazione strategica e l’aspetto sociale (il loot non è condiviso, ma si può condividere con un ufficio postale interno), ma rimane in ogni caso uno dei giochi più particolari che potrete giocare in questo momento storico. Armati di tanta voglia di andare avventura… e di un power bank di qualità.

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